Un po’ di tempo è trascorso da “Elements”, tanti concerti e tanto marketing…Einaudi è oggi un affermato, premiato e riconosciuto pianista nel mondo. Esce questo nuovo lavoro facente parte come primo di una collana articolata in 7 capitoli, 7 come i giorni della settimana. Ai svariati innesti strumentali nel sound degli ultimi suoi album Einaudi torna asciutto, asciuttissimo, minimal…si accompagna solo di violino, viola e cello. Il senso di solitudine e forte introspezione pervade ogni pezzo, a suo dire composto e ispirato da lunghe passeggiate tra le montagne innevate. Nulla di sorprendente, Einaudi è questo: ossessivo, ipnotico scrittore sonoro di malinconia ed inquietudine. Tutto questo avvinghia ogni pezzo di questo lavoro che sembra avvicinarsi alle Colonne Sonore, all’accompagnamento di immagini che crescono nell’immaginazione dell’ascoltatore, solo, tremendamente solo con un tempo a disposizione necessario per ascoltarlo tutto, per intero, perché così va ascoltato e apprezzato. “Gravity” sembra uscita dal Philip Glass di “Metamorphosis”, le tre parti di “Low mist” fanno il verso a “Time” di Hans Zimmer e la Var. 2 è un meraviglioso gioiello sonoro che rimanda all’intensità di “In un'altra vita”. “Matches” riporta al periodo sussurrato di “Ascolta”, “Golden butterflies” a quello “delle nuvole”, “Cold wind var.1” e “Fox tracks” alle contaminazioni degli ultimi lavori, “Ascent” insegue timidamente gli arpeggi e le fughe di “Divenire”. E’ un gran disco, probabilmente il più bello della sua lunga discografia, ispirato, ben costruito e così silenzioso da farsene avvolgere come fiocchi di neve che ci si adagiano nella nostra mente e soprattutto nel nostro cuore.
Best tracks: "Low mist var. 1 e 2", "Matches", "Cold wind". 8/10