Dal suo “surf” capolavoro del 1987 la marcia produttiva del guitar-hero è stata inarrestabile e costante, e con questo “Shapeshifting” siamo al diciassettesimo sigillo. Satriani presenta la line-up (Chris Chaney al basso e Kenny Aronoff alla batteria) con la sua stilistica “Shapeshifting” giocata su una sua frase melodica ripetuta  e lavorata come lui sa magistralmente fare. “Big distorsion” ha un sentore “Aor” alla Toto o Journey.  Arriva la prima ballad e con essa le prime vere emozioni, “All for love” ha fraseggi meravigliosi. Più articolata e complessa da un punto di vista compositivo è l’orientaleggiante “Ali farka, dick dale…”. Ritmica secca e bluesy accompagnano come una jam la performance di Joe in “Teardrops”. “Perfect dust” è un rock-blues esemplare e coinvolgente, dal mood cangiante. La successiva “Nineteen eighty” è un bel demo (anche primo “single”) del suo vasto repertorio. Anonima “All my friends are here” e più interessante la più veloce e trascinante “Spirits, ghosts and outlaws”. Atmosfere soft  ed arrangiamenti ben congeniati e costruiti per “Falling stars”, ancora fraseggio chitarristico in bell’evidenza. Sul pianoforte ruota la breve e splendida “Waiting” magistralmente puntellata dall’elettrica. Se il disco voleva essere più sperimentale, non poteva mancare anche un reggae personalizzato (“Here the blue river”) e un country finale (“Yesterday’s yesterday”). Ancora una volta un bel disco di Satriani, non sempre riuscito ed ispirato… ma ammirevoli anche solo le buone intenzioni di cercare qualcosa di diverso, nuove soluzioni in un genere ormai saturo.
Best tracks: "All for love", "Falling stars", "Waiting". 7/10