Il Design, al di la' di come viene oggi diffusamente inteso o parlato, e' l’arte di far suscitare emozioni estetiche e concettuali ad un oggetto industriale, ovvero riproducibile in serie. I molteplici vincoli della produzione industriale determinano non solo le difficolta' ma anche le affascinanti potenzialita' per la realizzazione finale di una vera opera d’arte. Il design e' anche il plus valore che interagisce nella realizzazione architettonica ed in tutte quelle discipline poste a disegnare il Mondo, in tutte quelle forme in cui poi possiamo osservarlo e, preferibilmente, ammirarlo.
 
Io parto sempre da un concetto, un movimento fisico e mentale. Immagino un evento che avviene in cio' che vediamo ma anche in cio' che non vediamo. Percorrendone l’azione lo arresto e lo plasmo attraverso un segno minimal, grafico ed organico, perche' comunichi armonicamente con la Natura ed armoniosamente con l'habitat in cui può essere inserito; perche' regali e si innesti nell'osservatore lo stesso percorso che l'autore ha compiuto nella sua immaginazione.
Lo ottimizzo per l’industrializzazione, lo contemplo e ne testo l’incantesimo.

Nel corso degli anni ho proposto alle Aziende italiane: Riva 1920, Pallucco, Bonaldo, Desalto, Driade, Mogg, Minotti Italia, Opinion Ciatti, Cattelan, Casamania, Horm, B&B, Miniforms, De Castelli, Emmemobili, Alias, Fiam, Tonelli, Artemide, Kundalini, Nemo, Fabbian, Axo Light, Foscarini, Flos, Luceplan...
Nel 2008 Pallucco iniziò la produzione del letto "Slipinsleep", nel 2015 Artemide realizzò la lampada "Flashit", nel 2016 l'Azienda belga Dark presentò a Francoforte "Piggy" dal mio iniziale progetto "Basket".
I progetti qui inseriti sono specifici alle diverse Aziende a cui mi sono rivolto, mirando e preservando alle diverse caratteristiche stilistiche, concettuali e all'utilizzo dei diversi materiali.

Anche il Design soggiace oggi fortemente alle leggi del Mercato ed alla confusione. Un Mercato di cui è possibile constatarne il trend stilistico e commerciale nelle Fiere internazionali (Milano in primis) in cui la presentazione delle Novità è più un fattore di sterile marketing che effettivo riscontro estetico.
E' un mercato molto omologato (quando la crisi economica dovrebbe invece agevolare la creatività, la competitività e le differenziazioni), prodotti tutti molto simili, senza anima e spesso "noiosi" (quando non sono banali o addirittura sgradevoli). Poche sono le Aziende in grado di rispondere coerentemente alla filosofia che il nome stesso induce attraverso vera ricerca tecnologica e stilistica e  che ne giustificasse poi i prezzi importanti al pubblico. E poche sono le Aziende in grado di rispondere (quando accade) correttamente alle tantissime proposte dei designers (evasi con il classico "progetti non in linea con la nostra collezione"), che risultano quasi sempre oscurati dai soliti nomi “di grido” del solito “giro”, in grado di attutire il “rischio d’investimento” delle Aziende, quando avanzato. Purtroppo una situazione generale che traina ancor più il problema delle “idee rubate”.